BOLOGNA CITIES CHANGING DIABETES – IMPATTO DELLA MIGRAZIONE SUL CARICO DI DIABETE: AUDIT NELL’AREA METROPOLITANA DI BOLOGNA
« Una consolidata e ricca esperienza di analisi permette alla città di Bologna di affrontare le tematiche che riguardano il diabete urbano e le fragilità con un approccio multidisciplinare. Ne sono chiaro esempio la lunga tradizione di studio sul diabete ed i migranti – ARNO Migranti, prodotto dal CINECA oltre 10 hai fa –, e lo studio recente sulla prevalenza ed incidenza del diabete quartiere per quartiere di Bologna ed area metropolitana, ancora con riferimento al peso dell’immigrazione (Programma del Ministero della Salute EASY-NET). In linea con questi temi, da qualche anno è attiva una cabina di regia che, riunendo in un unico tavolo il Comune di Bologna, l’Ufficio Scolastico Emilia-Romagna, l’Università Alma Mater e le due Aziende sanitarie bolognesi sta sviluppando studi e iniziative congiunte che racchiudano e sfruttino tutti i saperi e le vocazioni della comunità urbana»
Prof. Uberto Pagotto e Prof. Giulio Marchesini, Presidenti Comitato Esecutivo Bologna Cities Changing Diabetes
Indagare l’impatto del diabete negli immigrati sul sistema sanitario italiano, e in particolare nell’area di Bologna nonché la loro conformità ai protocolli standard di controllo e cura, è l’obiettivo dello studio condotto da Giulio Marchesini et all, e pubblicato su Journal of Endocrinological Investigation (2024) 47:411–420 https://doi.org/10.1007/s40618-023-02157-6
Lo studio evidenzia come la prevalenza di immigrati con diabete residenti nell’area metropolitana di Bologna (circa 1 milione di abitanti) nel 2019 sia stata indagata utilizzando un database contenente tutti i soggetti in follow-up attivo per il diabete, sulla base dell’uso di farmaci antidiabetici, dell’esenzione dal copagamento specifico per malattia, dei codici ICD-9, dell’assistenza continua nelle unità di diabete. Il paese di origine è stato derivato dal codice fiscale.
La prevalenza complessiva del diabete (n = 53.941; 51,8% maschi, età mediana 64 anni) è stata del 6,1% sia nelle coorti nate in Italia che in quelle immigrate. La prevalenza degli immigrati è stata del 12,4%, moderatamente superiore a quella osservata nella popolazione totale (12,2%). Il rischio di diabete è aumentato nell’intera coorte di immigrati (odds ratio (OR) 1,74; intervallo di confidenza al 95% (CI) 1,69-1,79). Tra i casi con diabete incidente, la percentuale di immigrati (età media, 49 anni contro 65 nei soggetti nati in Italia) è aumentata progressivamente dall’11,7% al 26,5% dal 2011 al 2019 (maschi, 8,9-21,0%; femmine, 14,9-32,8%) in tutte le fasce d’età, in particolare nei giovani adulti, ma anche nei soggetti più anziani. Il controllo metabolico era più basso negli immigrati, così come l’aderenza ai protocolli diagnostici e terapeutici condivisi, senza differenze sistematiche nell’uso di farmaci antidiabetici, ma molto più basso nell’uso di farmaci per condizioni di comorbidità.
Le conclusioni riportano come la popolazione con diabete nell’area metropolitana di Bologna sta cambiando rapidamente. Sono necessarie iniziative di miglioramento della qualità per ridurre l’onere per il sistema sanitario italiano universalistico generato dalla popolazione immigrata ad alto rischio in rapida crescita.