EDITORIALE di Andrea Lenzi

La crisi globale che è in atto da più di due anni, dovuta alla pandemia COVID 19 e più recentemente agli eventi bellici tra Russia e Ucraina, hanno reso più vulnerabili il tessuto socio-economico delle Nazione. Emergono diseguaglianze che se non affrontate in maniera concreta possono minare le generazioni future. Bisogna riscoprire il senso di comunità intesa come bene comune, che non può essere la somma dei beni individuali, ma un bene collettivo sul quale costruire benessere diffuso. In questo le città con la missione 5 e 6 del PNRR trovano spunti importanti di azione per rilanciare i modelli di prossimità e una assistenza territoriale che risponda alle esigenze dei cittadini, eliminando così le diseguaglianze sociali.

Sir Ronald Cohen, presidente di The Global Steering Group for Impact Investment, a Maggio dello scorso anno scriveva al premier Draghi, quale Presidente del G20, dicendo che “non troveremo risposte alle grandi sfide sociali e ambientali che ci attendono replicando vecchi schemi finanziari. Grazie alla sua profonda conoscenza dei sistemi economici, lei ha l’opportunità di aprire una nuova strada verso l’utilizzo di strumenti più potenti ed efficaci. Una profonda trasformazione sta attraversando le imprese e le organizzazioni finanziarie di tutto il mondo, che stanno ridefinendo il loro rapporto con gli investimenti e il profitto. È la rivoluzione dell’impact investment, un approccio alla finanza con cui politici, imprenditori, manager e investitori cercano di trovare soluzioni a problemi complessi e migliorare la vita delle persone. Questo enorme cambiamento ha fatto sì che, già oggi, oltre quarantamila miliardi di dollari all’anno vengano investiti alla ricerca di qualcosa di più del semplice profitto, attraverso strumenti che rispondono a criteri Esg (Environmental, Social and Governance).”

Cohen illustra un processo economico produttivo che non si basa sulla mera necessità del profitto a tutti i costi, ma che sia in grado di generare benessere nelle persone, migliorandone la qualità di vita.

Ronald Cohen è un imprenditore e filantropo inglese, considerato il padre degli investimenti a impatto sociale e recentemente ha ripreso il concetto, espresso nel suo libro Impact, best seller tradotto in dieci ligue, commentando l’intervento del Presidente Mattarella, in occasione dell’insediamento alla Camera dei Deputati.

Il Capo dello Stato ricordava con vemenza al Parlamento che non vi può essere un futuro migliore se non si combattono le diseguaglianze.

Cohen ci fa riflettere che la parola diseguaglianza ancora necessità di profonda comprensione da parte del mondo politico, economico e sociale, perché se da un lato oggi il tema del clima è una priorità riconosciuta, non lo sono le profonde diseguaglianze di ordine economico, territoriali, culturali e di genere.

Certamente la pandemia dovuta al COVID 19 ha evidenziato come tra le diseguaglianze a livello globale vi siano quelle sanitarie e correlate alla salute degli individui e quando il Presidente Mattarella ricorda ai parlamentari come “le diseguaglianze non sono il prezzo da pagare alla crescita ma una zavorra a qualsiasi prospettiva di crescita…” mi piace pensare e sono certo che tra queste prospettive di crescita vi sia al primo posto la salute dei cittadini.

Le vulnerabilità socio-economiche-culturali che come ricercatori notiamo tra quartier ad alto reddito e quartieri periferici degradati, ci mostrano una dimensione di diseguaglianza che si riflette sulla quantità e qualità di vita.

Se oggi, nel PNRR, si riparla di medicina di prossimità è perché queste diseguaglianze sono evidenti in una popolazione che invecchia, si cronicizza e si fragilizza e che se non ha strutture di riferimento atte alla prevenzione e alla presa in carico della persona e del pazienti, vive in una condizione di diseguaglianza.

Ma la lotta alle diseguaglianze non può essere un mero esercizio dialettico e di buoni propositi, ma come ricorda Cohen, oggi le imprese sono chiamate a gestire questa rivoluzione, perché ci sono quaranta triliardi di dollari nel  mondo che gli investitori  indirizzano verso imprese con una  buona capacità di avere impatti sociali e ambientali e l’Impact  Investing in senso stretto vale più  di due triliardi.

Un modello di cambiamento sociale ed economico che deve dare risposte ai cittadini ed eliminare le diseguaglianze in atto e che deve partire dalle città e dai loro sindaci.