Il nuovo Manifesto per la salute nelle città – un approccio integrato e multidisciplinare alla salute pubblica
L’11 luglio del 2016 veniva presentato a Roma il Manifesto per la salute nelle città, documento fondativo di Health City Institute che delinea dieci punti chiave capaci di guidare le città nello studio e approfondimento dei determinanti della salute nei propri contesti urbani, e di supportare il disegno di strategie adatte a migliorare gli stili di vita e, in ultimo, lo stato di salute dei cittadini.
Oggi, a distanza di 7 anni e a seguito di una pandemia che ha evidenziato tutti i limiti di un approccio non olistico alla salute, il Manifesto è stato aggiornato per rinnovare un impegno preciso in relazione al diritto ad avere città ed ambienti urbani inclusivi e sostenibili, abbattendo ogni forma di diseguaglianza sociale e garantendo salute e benessere delle comunità in cui viviamo. Le città continuano infatti a giocare un ruolo fondamentale, principalmente per due ragioni. I grandi centri urbani sono rappresentativi di come i determinanti di salute interagiscono tra loro, perché vi convivono e si evidenziano reciprocamente, e in secondo luogo ci si aspetta che circa il 70% della popolazione mondiale nei prossimi anni vivrà proprio nei grandi centri urbani. Per questo è fondamentale costruire delle città che interpretino la salute nel nome del benessere collettivo.
La necessità di procedere alla revisione del Manifesto è stata dettata dall’evoluzione dei bisogni di salute della popolazione e dall’evidenza sempre maggiore che la sanità è solo una parte del concetto di salute. L’epidemia di Covid-19 ha infatti accelerato, da un lato, il cambiamento nella domanda di salute, ponendo dei rischi di lungo periodo proprio in capo alle fasce già più fragili della popolazione, tra cui i pazienti cronici, e dall’altro evidenziato come un’emergenza definita come sanitaria sia in realtà capace di diventare una crisi sociale ed economica. Questo è vero proprio perché i determinanti della salute sono elementi di rischio che interagiscono nell’impostare, mantenere e alterare le condizioni di salute dei cittadini nel corso della loro vita. Tali determinanti possono riguardare l’ambiente, gli stili di vita, le condizioni socio-economiche, la genetica o la possibilità di accedere ai servizi.
Sulla base di queste premesse il testo è stato aggiornato grazie al coinvolgimento di più di 200 esperti della comunità scientifica e di diverse professionalità e presentato lo scorso 14 marzo durante l’evento organizzato presso la “Sala Zuccari” di Palazzo Giustiniani del Senato della Repubblica. La nuova versione del Manifesto ha allargato la sua premessa ad un approccio intersettoriale che guarda alla complessità dei rischi per la salute, evidenziati da una pandemia che ci ha chiamato ad agire prioritariamente per promuovere il concetto olistico di One health. Inoltre, gli attori pubblici sono chiamati a promuovere lo sviluppo di un modello di medicina scolastica, e a creare ed includere capacità professionali e amministrative nel settore della sanità riconducibili alla figura dell’Health City Manager, capaci di operare in sinergia con il sindaco e gli amministratori locali per coordinare e implementare le azioni riguardanti la salute pubblica, elaborando soluzioni adatte a rispondere alle istanze dei cittadini. Nuova attenzione viene poi data al tema della biodiversità, la cui conservazione è fondamentale per l’impatto che può avere sul nostro habitat e sulle stesse città. In ultimo, ma non meno importante, il Manifesto si pone in modo innovativo rispetto al ruolo dei cittadini e della comunità: se è vero che le amministrazioni del territorio devono agire per costruire un modello di città sostenibile e per la salute, è altrettanto importante che siano tutti i cittadini a prendersi cura delle proprie città, innescando quel circolo virtuoso necessario a renderle luoghi salubri nel lungo periodo.
Dobbiamo ricordarci, sempre, che questo Manifesto rappresenta il punto di partenza e non quello di arrivo. Il suo scopo è infatti quello di supportare gi attori pubblici nello sviluppo di politiche di urban health e spingere verso lo sviluppo di soluzioni a sostegno del miglioramento della qualità di vita delle città e degli ambienti urbani, contro ogni forma di diseguaglianza. Nonostante gli sforzi, siamo ancora abituati a interpretare il Servizio sanitario nazionale e a vedere la sanità come un silos, mentre la sanità è solo una parte della salute.
In una visione d’insieme dobbiamo pensare almeno ad un aspetto sanitario, in termini di one health, ad uno sociale, in termini di identificazione e cura delle vulnerabilità, e a uno organizzativo e politico che tenda all’equità, tre aspetti totalmente integrati fra loro.
Per questo è fondamentale continuare ad agire insieme per operare questo cambiamento culturale e creare un terreno fertile per la salute ed il benessere della popolazione.