La UNESCO Chair on Urban Health al primo Convegno della Rete delle Cattedre UNESCO Italiane
Lo scorso 24 marzo si è tenuto a Firenze il primo Convegno della Rete delle Cattedre UNESCO Italiane (ReCUI): “Reimagining the Future Together: the Challenge of Education and Higher Education”.
In questa occasione ho avuto la possibilità di intervenire approfondendo la nascita e le attività dell’UNESCO Chair on Urban Health: Education and Research for Improved Health and Wellbeing in the Cities, che fa oggi parte della rete internazionale delle circa 950 Unesco Chair, attive in 110 Paesi, di cui 44 in Italia. Le Cattedre italiane si confrontano e si coordinano attraverso lo strumento dei “Dialoghi”, di cui fanno parte anche le altre due Cattedre della Sapienza[1].
Il Programma UNITWIN/UNESCO Chairs, è stato lanciato nel 1992 e promuove la collaborazione internazionale interuniversitaria e l’organizzazione in rete per rilanciare le capacità istituzionali attraverso la condivisione di conoscenze e il lavoro collaborativo. Attraverso la rete le università mettono in comune le loro risorse umane e materiali per affrontare le sfide più pressanti per i nostri paesi e contribuire allo sviluppo della società. Molto spesso la rete è capace di offrire esperti e mediatori tra il mondo accademico, la società civile, le comunità locali, la ricerca e la politica, dimostrando la propria utilità nell’informare i decisori politici, stabilire nuove iniziative didattiche, generare innovazione attraverso la ricerca e contribuire all’arricchimento di programmi universitari esistenti promuovendo, allo stesso tempo, la diversità culturale. Al suo interno le Cattedre UNESCO vengono istituite per un periodo di quattro anni tramite un accordo sottoscritto dal Direttore Generale dell’UNESCO e dal Rettore dell’università o dell’istituto di ricerca.
Se immaginare un nuovo futuro significa investire in percorsi multidisciplinari di istruzione ed alta formazione e supportarne l’accesso, è d’obbligo ricordare che la salute urbana rappresenta una delle sfide principali da affrontare e rappresenta un paradigma di multidisciplinarità. Per questo nel mese di maggio 2022 è stata inaugurata la prima Cattedra Unesco sull’Urban Health, che ormai da un anno dirigo. La Cattedra è stata costituita proprio per creare uno spazio aperto per la condivisione e la promozione di studi, analisi e confronti inerenti fattori di rischio e determinanti di salute nelle città, e per dare l’opportunità di promuovere un sapere condiviso e una cultura diffusa del benessere. La costituzione della Cattedra ha rappresentato un importante traguardo all’interno del percorso promosso da Health City Institute che, a partire dal Manifesto per la salute nelle città, suo documento fondativo, ha proseguito a lavorare supportando una visione olistica della salute, attraverso lo studio dei suoi determinanti nei contesti urbani, e la definizione di politiche trasversali capaci di includerla al loro interno proprio per contemplare tutti i fattori per essa rilevanti: l’ambiente, gli stili di vita, le condizioni socio-economiche, la genetica, la possibilità di accedere ai servizi.
La Cattedra opera perseguendo gli obiettivi dell’Agenda Unesco, e ha l’alto obiettivo di favorire la collaborazione internazionale tra ricercatori e docenti di università e istituzioni, in primo luogo per fornire supporto alle università e alle amministrazioni pubbliche negli studi e nel monitoraggio dei determinanti che contribuiscono alla costruzione di città in salute. Una tale collaborazione è infatti fondamentale per rendere i dati a disposizione interoperabili e adatti a generare una mappatura delle nostre città capace di fare da guida per trovare soluzioni basate sull’evidenza, e rispondere alle istanze provenienti dai cittadini e dalle comunità. Anche per questo le attività della Cattedra sono volte a promuovere l’integrazione tra politiche pubbliche e programmi di livello nazionale e internazionale, con un focus sulle disuguaglianze che esistono nelle dinamiche di sviluppo delle relazioni tra Nord e Sud del mondo. Le nuove città in Africa, Sud America o Sud-est Asiatico, ospiteranno infatti la maggior parte della popolazione mondiale urbana da oggi al 2070 e la Cattedra Unesco vuole rappresentare uno strumento attuale per promuovere il confronto e lo scambio tra queste città ed il mondo europeo.
Sono convinto che la mobilità accademica e il rapido trasferimento di conoscenze attraverso gemellaggi, reti e altri accordi di collegamento sia centrale per affrontare il modo in cui le città possono promuovere politiche e pratiche per l’apprendimento permanente, generando opportunità di salute per i loro cittadini attraverso strumenti ed modelli concreti.