Le Regioni italiane e la tutela della salute
L’XI edizione del rapporto “Le Performance Regionali” del Centro per la Ricerca Economica Applicata in Sanità, pubblicata lo scorso 21 giugno, restituisce come ogni anno un quadro che consente di cogliere la natura multidimensionale del sistema socio sanitario. I risultati dell’indice di performance elaborato dai ricercatori di CREA forniscono una valutazione del grado di tutela socio-sanitaria offerto ai cittadini residenti nelle diverse regioni del nostro paese e rappresentano il risultato della valutazione del combinato disposto dei servizi erogati dal settore pubblico, quelli erogati dal settore privato, nonché delle attitudini dei cittadini, sia in termini di scelta di ricorrere a particolari tipologie di consumi privati, sia in termini di adozione di stili di vita sani. Le sei dimensioni predeterminate di valutazione, all’interno delle quali sono selezionati diversi indicatori sono: Appropriatezza, Economico-Finanziaria, Equità, Esiti, Innovazione, e Sociale.
Nel complesso la valutazione, pubblicata alla fine del mese scorso, rivela che in tema di tutela socio-sanitaria offerta ai cittadini non solo le regioni sono ancora distanti da una performance ottimale, ma esiste un divario di ranking rilevante tra la prima e l’ultima regione per valore dell’indice. Quasi un terzo delle regioni non arriva ad un livello pari al 30% del massimo ottenibile. Peraltro, negli anni non si notano cambiamenti nella composizione tra il gruppo delle regioni che più si avvicinano al miglior risultato ottenibile (area di eccellenza) e quello delle regioni che permangono nell’area definita come intermedia e critica. Le regioni di quest’ultimo gruppo sono tutte meridionali, avvalorando purtroppo la tesi di un permanente divario nella capacità di offrire ai cittadini una adeguata tutela sociale e sanitaria tra il nord e il sud del nostro paese. Il risultato migliore lo ottiene il Veneto, il peggiore la Calabria.
Nel quadro attuale in cui per l’ammodernamento dell’assistenza si punta sul territorio e sulla domiciliarità, come voluto dal PNRR e dal Decreto di riordino dell’assistenza territoriale, e alla luce dei risultati dell’indice elaborato, il panel di esperti di cui CREA si avvale per la costruzione e il continuo monitoraggio dell’indice di performance ha elaborato diversi suggerimenti. Tra questi è emersa un’esigenza che sento di condividere e sostenere a pieno, come più volte ribadito in occasione di diversi importanti tavoli negli ultimi anni. Si tratta della necessità di integrare il sistema di valutazione e monitoraggio dei LEA con indicatori di esiti di salute, di disabilità, e relativi allo stato nutrizionale e salute mentale, insieme a indicatori sulla rete di emergenza urgenza territoriale e sul grado di integrazione socio – sanitaria. A fronte di una costanza dei risultati nel Nuovo Sistema di Garanzia per il monitoraggio dei LEA, che non rivela insufficienze o particolari problemi nella maggior parte delle regioni italiane, i cittadini continuano invece a riportare importanti limiti e criticità nell’erogazione dei servizi e delle prestazioni sanitarie e sociali e nell’equità dell’accesso. Questo scollamento è già di per sé indice dell’esigenza di aggiornare il sistema con indicatori capaci di cogliere meglio le dimensioni di inefficacia ed inefficienza del sistema. Inoltre, è interessante leggere i risultati del consesus Delphi a cui sono stati chiamati a partecipare i componenti del panel di esperti per la selezione delle aree di valutazione di performance delle regioni. Per ognuna delle 19 aree proposte da C.R.E.A Sanità ogni esperto ha dato il proprio grado di accordo o disaccordo.
In linea con le attività e la missione di Health City Institute, l’area Sistemi di prevenzione (stili di vita, screening, vaccinazione, etc.) è stata ritenuta molto rilevante da quasi tutte le categorie di esperti coinvolte. Oltre il 90% dei votanti le ha attribuito un punteggio compreso tra 7 e 10 (massima importanza attribuibile) ed è la quinta area nel ranking delle 19 aree di valutazione proposte per quota di votanti che hanno assegnato un punteggio elevato. È preceduta dall’assistenza extra – ospedaliera, equità nell’accesso alle cure, livello di integrazione socio sanitaria, e comunicazione tra professionisti e tra professionisti e pazienti. Nonostante non siano tra le prime in classifica notiamo anche, speranzosi, come la qualità dell’ambiente e l’adeguamento delle infrastrutture urbane abbiano ricevuto una attenzione crescente. Le due aree sono state ritenute molto rilevanti (punteggio 7-10) soprattutto dagli utenti e dalla istituzioni sociali. Meno attenzione ricevono, purtroppo, ancora dall’industria medicale e dalle professioni sanitarie: questo ci spinge a sottolineare l’importanza di coinvolgere sempre più attivamente nella comprensione di un approccio olistico alla salute tutti gli attori del sistema Salute nel nostro paese.