MANIFESTO SULL’URBAN DIABETES

Per la prima volta nella storia, dal 2010 più della metà della popolazione mondiale vive nelle città. Questo numero è destinato ad aumentare ed entro il 2050, il 66% della popolazione vivrà in agglomerati urbani ed entro il 2030 questo numero aumenterà arrivando al 75%.

Un fenomeno, quello dell’urbanizzazione che riguarda anche l’Italia dove oggi il 36% delle persone vive nelle 14 Città Metropolitane.

Le città inevitabilmente continueranno ad attrarre popolazione e per gli amministratori delle città questo incremento rappresenterà un compito non facile da gestire, anche sotto il profilo socio-sanitario, come evidenzia l’OMS.

IL DIABETE  È UNO  TSUNAMI CHE MINACCIA LE CITTÀ E IMPEGNA I SERVIZI SANITARI

Il diabete si sta rivelando la malattia più rilevante e potenzialmente pericolosa del nostro secolo per la crescita continua ed esponenziale della sua prevalenza e per la mortalità e le complicanze invalidanti correlate.

In Italia, secondo i dati Istat (Italian Diabetes Barometer Report 2024), nel 2022 in Italia si attestano a circa 3,9 milioni le persone che hanno dichiarato di essere affette da diabete, pari al 6,6% dell’intera popolazione e il 7,7% della popolazione adulta (18 anni e oltre). La distribuzione per età presenta un andamento crescente: varia dal 1,0% tra le persone fino ai 44 anni e raggiunge il 18,7% tra gli anziani, tra questi 2 su 3 sono diabetici

Rispetto a 30 anni fa il numero di persone con diabete è raddoppiato, passando da 1,9 mln nel 1993 a 3,9 mln.

Di questi circa 1,8 milioni vive nelle aree metropolitane e nelle città italiane con almeno 80.000 abitanti (Rapporto 2023 HCI e Cities+)

Peraltro il dato stimato, come è noto in letteratura, non considera quella parte della popolazione che, non avendo consapevolezza di essere affetto dalla patologia non la riporta tra le patologie autoriferite. Si stima che nel 2030 le persone con diabete in Italia saranno 4.28 milioni, se la crescita della prevalenza della malattia continuerà ai ritmi attuali, entro 20 anni potrebbero esserci in Italia oltre 6 milioni di persone con diabete (Italian Diabetes Barometer Report  2024)

Studi internazionali hanno messo in risalto come esista un collegamento fra aumento di Diabete tipo 2, obesità, urbanizzazione e sostenibilità ambientale.

Le città e i grandi nuclei urbani dovranno essere sempre di più in prima linea nel contrastare il crescente aumento del numero di persone con diabete.

A livello globale, nel 2014 il 65% delle persone con diabete viveva in aree urbane, un numero che nel 2040 le stime indicano che arriverà al 74%.

Per la World Obesity Federation l’indice di massa corporea (BMI) è aumentato costantemente nella maggior parte dei paesi, parallelamente all’aumento della percentuale di popolazione che vive nelle città. Ciò ha portato a una visione ampiamente riportata secondo cui l’urbanizzazione è uno dei fattori più importanti dell’aumento globale dell’obesità.

Per l’International Diabetes Federation è chiaro che la città sono e saranno sempre di più un punto determinante per contrastare la crescita del diabete.

COSA È L’URBAN DIABETES.

Vivere in un’area urbana, e ancora di più in un’area metropolitana, si accompagna a cambiamenti sostanziali degli stili di vita rispetto al passato; cambiano le abitudini alimentari e il modo di vivere, le attività lavorative diventano sempre più sedentaria, l’attività fisica diminuisce e errati stili di vita insorgono.

Vi sono fattori sociali, culturali ed economici che rappresentano un potente volano per obesità e diabete e per tutte le malattie croniche non trasmissibili.

Questo significa aumento dei rischi correlati a complicanze fortemente invalidanti, legate al diabete tipo 2 e all’obesità, con esiti di mortalità per eventi cardiovascolari e per altre complicanze.

Quando si parla di diabete urbano non parliamo di una nuova forma di diabete, ma facciamo riferimento al drastico aumento della prevalenza del diabete tipo 2 che si osserva nelle città a causa dell’urbanizzazione.

Arrestare l’aumento del diabete in ambito urbano è un’impresa difficile, ma è possibile diminuire l’impatto se si creano forti alleanze politiche, sanitarie, cliniche e sociali.

UN MANIFESTO ITALIANO SULL’ URBAN DIABETES

Le malattie non trasmissibili, soprattutto quelle cardiovascolari, il cancro, il diabete e i disturbi respiratori cronici, rappresentano oggi il principale rischio per la salute e per lo sviluppo umano.

Il piano d’azione dell’OMS evidenzia come sia indispensabile per lo sviluppo sociale ed economico di tutti i paesi, investire nella prevenzione di queste malattie, e come questa sia una responsabilità di tutti i governi.

Il Manifesto della Salute nelle Città, promosso da ANCI, Ministero della Salute, ISS, Health City Institute e Cities+, come la proposta di iniziativa approvata dal Comitato delle Regioni dell’Unione Europea, evidenziano come sia necessario “creare iniziative locali per promuovere l’adesione dei cittadini ai programmi di prevenzione primaria con particolare attenzione alle malattie croniche non trasmissibili e in particolare al diabete”.

Bisogna rivolgere maggiore attenzione alla prevenzione delle malattie croniche non trasmissibili, tali da compromettere la qualità della vita delle generazioni future e anche lo sviluppo economico e la prosperità delle città, portando come esempio emblematico l’aumento del diabete nei contesti urbani.

Il Manifesto Italiano sull’Urban Diabetes, promosso da FeSDI, HCI, CITIES+ e EUDF Italia,  vuole delineare i punti chiave che possono guidare le Regioni e le Città, assieme a Istituzioni sanitarie, scientifiche e accademiche, nello studiare ed approfondire l’impatto del diabete di tipo 2 e della diabesità, nei propri contesti urbani, alfine di promuovere  strategie per migliorare l’informazione, la rete assistenziale, la prevenzione, le cure e i trattamenti precoci, con l’obiettivo di migliorare attraverso di essi la qualità di vita della persona con diabete tipo 2 e con obesità ed evitare i “costi sociali” dovuti alle complicanze e alla mortalità.

Questo obiettivo, può essere raggiunto attraverso una forte interazione pubblico–privato per la realizzazione di progetti di studio e di specifiche politiche sul diabete tipo 2 nei contesti urbani, con il coinvolgimento del mondo scientifico, delle università, degli esperti e di tutte quelle componenti che giocano un ruolo nel migliorare la salute in generale e nelle città in particolare

Il Manifesto Italiano sull’Urban Diabetes individua e suggerisce quindici punti dove concentrare l’azione di tutti coloro coinvolti ed interessati all’importante sfida per la governance urbana e socio-sanitaria dovuta all’evoluzione pandemica del diabete tipo 2 e della diabesità.

I PUNTI DEL MANIFESTO

INSERIRE il  diabete, l’obesità e le malattie croniche non trasmissibili nei programmi degli amministratori comunali e delle  amministrazioni locali, quale punto qualificante del mandato ricevuto dai cittadini;

CONSIDERARE il diabete tipo 2 e l’obesità come priorità di azione a livello politico, sanitario, sociale, a livello locale, considerandone la severità degli stessi e i rischi di mortalità e le complicanze invalidanti  ad esso connessi;

SVILUPPARE una rete di alleanze fra competenze diverse, mettendo in prima linea le Istituzioni   nazionali, regionali e cittadine assieme ai responsabili della sanità,  delle società  scientifiche di riferimento,  i  medici,  gli accademici,  le associazioni  di pazienti ,  di cittadinanza,  le  farmacie e la comunità   stessa, come soluzione per contrastare in ambito  urbano il crescente numero  di  persone con diabete  tipo  2 e obesità;

ASSICURARE una rete assistenziale specialistica  e territoriale,  integrata e diffusa  nell’ambito di tutto  il  territorio,   potenziando  le strutture  esistenti e realizzando  percorsi e processi di cura  specifici  per ogni  ambito  urbano,  affinché le  persone con diabete  ricevano le migliori  cure possibili, eliminando qualunque forma di disequità tra i vari quartieri cittadini, tra i territori e tra le varie regioni;

RAFFORZARE l’integrazione ospedale­territorio come fondamentale obiettivo  strategico del  sistema  sanitario  locale, assicurando la continuità terapeutica  per le  persone con diabete  in tutto  il contesto  urbano;

PROMUOVERE una corretta informazione dei  cittadini,   nelle comunità,  nei  posti di lavoro e nelle  scuole,  sulla prevenzione del diabete tipo 2 e dell’obesità  per ridurre drasticamente  l’insorgenza  e la  progressione  di complicanze mortali  e invalidanti,  specie quelle  cardiovascolari,  contribuendo  ad abbattere i  rilevanti  costi della patologia  relativi alle ospedalizzazioni  e ai  trattamenti per le  comorbidità;

ATTUARE su tutto il territorio urbano programmi diffusi di screening della popolazione  per una diagnosi precoce del diabete tipo  2 e del diabete tipo 1 , identificando  i soggetti  a rischio, realizzando  strategie  mirate per  assicurare diagnosi  e trattamenti  precoci;

INCORAGGIARE attraverso politiche urbane mirate, l’adozione  da parte dei cittadini  di stili  di  vita  sani,  promuovendo una corretta cultura alimentare,   favorendo  l’attività  motoria  e una mobilità attiva e sostenibile in tutti contesti  urbani, favorendo l’attività motoria diffusa nei parchi e nelle aree attrezzate ;

RENDERE il contesto urbano meno obesogeno, adottando soluzioni  urbanistiche e sociali  orientate  alla creazione di  una vita  salutare in tutto   il territorio   urbano, coinvolgendo  in questo le Istituzioni,  affinché promuovano  buone pratiche alimentari, piani di mobilità attiva  e stili di vita salutari a livello scolastico e nei  posti di lavoro;

REALIZZARE reti di prossimità diabetologica ed endocrino-metabolica rivolta alle periferie e alle aree interne marginali, a tutela delle persone più fragili e vulnerabili, attraverso il pieno coinvolgimento dei centri di diabetologia, dei medici di medicina generale, dei pediatri di libera scelta, delle farmacie dei servizi, delle strutture sanitarie territoriali e dei centri di aggregazione sociale;

COINVOLGERE le grandi comunità lavorative ed aziendali in programmi di prevenzione, informazione e alfabetizzazione su diabete e sull’obesità, incentivando nel contempo programmi dietetico-alimentari mirati nelle mense e garantendo il pieno accesso a strutture sportive aziendali o esterne;

PORRE massima attenzione al diabete e all’obesità in età evolutiva, attraverso la lotta alla sedentarietà giovanile, la promozione di stili di vita salutari, coinvolgendo il tessuto sportivo, scolastico e sociale delle città;

STUDIARE; CONDIVIDERE E RACCOGLIERE informazioni e monitorare i dati  esistenti  e quelli  che si  reputino  nel reperire a livello urbano riguardo  il  diabete di tipo 2, per promuovere azioni specifiche volte a contrastare l’evoluzione  pandemica della patologia,  assicurando  le migliori  cure e  i migliori  trattamenti per la persona con diabete;

SVILUPPARE, la digitalizzazione, la telemedicina, come elementi indispensabili nella cura del diabete e dell’obesità, eliminando ogni forma di digital divide tra i cittadini;

CONSIDERARE gli aspetti sociali e le  fragilità  correlate  al  diabete di tipo  2 e all’obesità, promuovendo  programmi specifici  di assistenza  e informazione  rivolte a tutte  le  persone con diabete e con obesità,  alle  fasce più deboli,  ai   soggetti  a rischio e nella popolazione anziana e alle famiglie coinvolte.