MILANO CITIES CHANGING DIABETES – LA CARTA DI MILANO SULL’URBAN OBESITY UN PATTO PER CONTRASTARE L’OBESITÀ NELLE CITTÀ, ADOTTATA DALL’EUROPEAN ASSOCIATION FOR THE STUDY OF OBESITY (EASO)

“Tra i casi accertati e quelli che non sanno di averlo, si stima siano oltre 240.000 le persone con diabete nell’area metropolitana di Milano, con un forte impatto sulla sanità della Regione. Basti pensare che il costo diretto medio annuo stimato da ATS Città Metropolitana di Milano per ciascun paziente con diabete adulto è di 2912 euro, dove i ricoveri rappresentano la maggioranza dei costi. L’obesità è uno dei principali fattori di rischio per il diabete e rappresenta un problema sempre più importante, soprattutto nelle grandi città come Milano, a causa dei profondi cambiamenti che l’urbanizzazione comporta nello stile di vita, come lavori sedentari, scarsa attività fisica, alimentazione scorretta. Fattori che necessitano programmazione, interventi e sinergie e che Milano Cities Changing Diabetes vuole affrontare”

Prof. Michele Carruba Presidente del Comitato Esecutivo di Milano Cities Changing Diabetes                                Prof. Livio Luzi Presidente del Comitato Scientifico di Milano Cities Changing Diabetes

«Un futuro giusto e sostenibile per le persone con obesità è anche una nostra responsabilità.» Si conclude con queste parole la “Carta di Milano sull’Urban Obesity”, un patto tra amministratori, medici, esperti e cittadini, con il quale assumere impegni precisi su come affrontare in maniera sinergica l’obe­sità come malattia, garantendo una migliore qualità di vita delle persone con obesità che vivono nei grandi centri urbani., varata nel maggio del 2020, in piena pandemia COVID e successivamente adottata dall’EUROPEAN ASSOCIATION FOR THE STUDY OF OBESITY (EASO).

Il documento, è promosso dal Centro di Studio e Ricerche sull’Obesità (CSRO) dell’Università degli Studi di Milano, in collaborazione con il Comune di Milano, la Regione Lombardia, l’ANCI, l’Intergruppo Parlamentare Obesità e Diabete, l’Health City Institute, la rete Cities Changing Diabetes, IO-NET, la rete OPEN (Obesity Policy Engagement Network), EASO (European Association for the Study of Obesity), la SIO (Società Italiana dell’Obesità), la SIP (Società Italiana di Pediatria), la SIEDP (Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica), l’ADI (Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica), la IBDO FOUNDATION, la SIMG (Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie), l’associazione Amici Obesi e l’organizzazione Cittadinanzattiva, oggi si appresta a una maggiore diffusione, attraverso una revisione sistematica che verrà effettuata entro il mese di Luglio 2024

Ormai da alcuni anni, sia il sovrappeso che l’obesità sono considerati a livello mondiale e, in particolare nei paesi occidentali, problemi di salute pubblica con enormi conseguenze a livello sanitario, sociale ed economico.

Molti studi hanno del resto messo in evidenza lo stretto collegamento tra urbanizzazione e aumento dell’obesità, sia per fattori come la cattiva alimentazione e l’inattività fisica, sia per ragioni di tipo sociale, culturale o economico.

Nel 1999, in occasione del Congresso Europeo sull’Obesità tenutosi a Milano, veniva presentata la “EASO Milan Declaration”, ribadita successivamente in occasione dell’EXPO 2015. Una call-to-action degli esperti europei perché l’obesità venisse riconosciuta, il prima possibile, come una vera e propria malattia e come tale trattata con le terapie più adeguate e aggiornate. Ridurre l’incidenza e la prevalenza di obesità di un punto percentuale, infatti, evita da 1 a 3 milioni di casi di diabete e ipertensione arteriosa, malattie cardiovascolari, tumori, tra i cittadini europei – una stima che aumenta a 2-9 milioni se la riduzione è del 5 %.

L’organizzazione delle città e, più in generale, dei contesti sociali e ambientali, è in grado di condizionare e modificare i bisogni emergenti, gli stili di vita e le aspettative dell’individuo, fattori che dovrebbero, dunque, essere considerati nella definizione e orientamento delle politiche sanitarie. Il rapporto tra salute, qualità della vita e ambiente è ormai un tema di centrale interesse per le scienze sociali, ambientali e mediche. L’aumento a livello globale dell’incidenza di malattie non trasmissibili, come appunto l’obesità e il diabete, è infatti da attribuire ai sempre maggiori livelli di urbanizzazione, oltre che all’invecchiamento della popolazione, a stili di vita più sedentari e al consumo di cibi non salutari. Molteplici sono documenti ufficiali, sia nazionali che internazionali, che descrivono tali associazioni.

In occasione dell’EXPO 2015 di Milano è stata firmata la “Carta di Milano”, un documento che elenca i principi della nutrizione salutare, dello sviluppo sostenibile e della sostenibilità ambientale, oltre che della promozione dei diritti umani. Tradotta in 19 lingue, la Carta di Milano è stata consegnata il 16 ottobre 2015 al Segretario Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) Ban Ki-moon. La Carta richiede ai firmatari l’assunzione di precisi impegni in relazione al diritto al cibo, uno dei diritti umani fondamentali sanciti nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. In tale contesto, il mancato accesso a cibo sano, sufficiente e nutriente, all’acqua e all’energia pulita, viene considerata una violazione della dignità umana.

Nel 2016 è stato inoltre firmato il “Manifesto sulla salute nelle Città: bene comune”, promosso dall’Health City Institute, documento che elenca i punti chiave utili a guidare le città nello studiare e approfondire i determinanti della salute nei propri contesti urbani e a fare leva su di essi per individuare strategie che promuovano l’assunzione di stili di vita sani, oltre che il miglioramento dello stato di salute del cittadino.

Nel 2017, poi, in occasione del G7, è stato firmato dal Ministero della Salute e dall’ANCI la “Roma Urban Health Declaration”, un documento che definisce i diversi aspetti di un’azione strategica finalizzata al miglioramento della salute nelle città attraverso un approccio di tipo olistico, per quanto riguarda l’individuo, e di tipo multisettoriale, per quanto attiene alle politiche di promozione della salute nel contesto urbano.

Nel 2018 è stata quindi la volta del “Manifesto sull’Obesità”, promosso dall’Italian Obesity Network (IO.NET), che identifica una roadmap sulla quale agire per migliorare la qualità di vita delle persone con obesità. Inoltre, nel 2019 è stata firmata la “Carta dei diritti e doveri della persona con obesità”, promossa da IO-NET che ribadisce come i diritti di tali soggetti debbano essere gli stessi delle persone senza obesità. I diritti comprendono la parità di accesso all’informazione, all’educazione terapeutica, al trattamento dell’obesità e alla diagnosi e cura delle sue complicanze.

Infine, el 2019 la Camera dei Deputati ha approvato all’unanimità una “Mozione sull’obesità” che impegna il Governo per l’attuazione di molteplici azioni volte alla prevenzione e cura dell’obesità. Tra i diversi impegni previsti, si fa riferimento anche a un piano nazionale che armonizzi le attività nel campo della prevenzione e della lotta all’obesità, il pieno accesso agli iter diagnostici per le comorbidità, alle cure e ai trattamenti dietetico-alimentari, e, nei casi più gravi, l’accesso a centri di secondo livello per valutare gli approcci psicologici, medici e/o chirurgici più adeguati per il singolo individuo.

Ognuno dei documenti ricordati è inteso a ispirare una sempre più condivisa elaborazione di un patto per la sostenibilità delle nostre città nell’affrontare le sfide correlate all’obesità e alla sua complessa gestione nel mondo contemporaneo, sia a livello urbano che rurale. E’ necessario un patto tra istituzioni, mondo accademico, clinico, sociale e urbanistico, al fine di elaborare una strategia efficace comune.

Questo patto prende il nome di CARTA DI MILANO SULL’URBAN OBESITY, promossa dal Centro di Studio e Ricerche sull’Obesità (CSRO) dell’Università degli Studi di Milano, in collaborazione con il Comune di Milano, la Regione Lombardia, l’ANCI, l’Intergruppo Parlamentare Obesità e Diabete, l’Health City Institute, la rete Cities Changing Diabetes, IO-NET, OPEN ITALY (Obesity Policy Engagement Network), la SIO (Società Italiana dell’Obesità), la SIP (Società Italiana di Pediatria), la SIE (Società Italiana di Endocrinologia), la SIEDP (Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica), l’ADI (Associazione Italianadi Dietetica e Nutrizione Clinica), la IBDO Foundation, la SIMG (Società Italiana di Medicina Generale delle Cure Primarie), l’associazione Amici Obesi e l’organizzazione Cittadinanzattiva. Un patto, sottoscritto il 18 Maggio del 2020, pubblicato sulla prestigiosa rivista Obesity Facts e fatto proprio dalla Associazione Europea per lo Studio dell’Obesità (EASO), che vuole coinvolgere tutti i principali attori di salute pubblica, sottolineando l’importanza degli ambienti urbani come potenziali fattori di rischio per la salute umana. Come ricordato, innumerevoli ricerche hanno dimostrato come l’organizzazione e la struttura delle nostre città, soprattutto delle città metropolitane, favoriscono lo sviluppo dell’obesità e delle malattie non trasmissibili a essa correlate, come il diabete mellito, l’ipertensione arteriosa, le dislipidemie, le patologie cardiovascolari aterosclerotiche e molti tipi di tumori. Per questo la Carta di Milano si articola in dieci principi ispiratori, secondo gli estensori, di azioni e strategie adeguate a coinvolgere i professionisti e gli specialisti della salute, gli amministratori pubblici, i dirigenti sanitari, tutti gli attori politici, economici e sociali oltre ai cittadini, in uno sforzo comune per affrontare la sfida epocale del miglioramento della salute pubblica, attivando tutti gli strumenti di prevenzione oggi disponibili. La promozione di questo processo di presa di coscienza, infatti, e l’intrapresa di alcune azioni politiche e culturali, finalizzate alla diffusione dei principi di organizzazione (urbanistica e sociale) più efficaci, potrà favorire  secondo le previsioni degli autori  uno straordinario risparmio nei costi della spesa sanitaria.

La CARTA DI MILANO SULL’URBAN OBESITY recita, dunque:

NOI DONNE E UOMINI, AMMINISTRATORI, MEDICI, ESPERTI E CITTADINI, sottoscriviamo questo documento, denominato Carta di Milano sull’Urban Obesity, per assumerci impegni precisi su come affrontare in maniera sinergica l’obesità come malattia, garantendo una migliore qualità di vita dei soggetti che ne sono affetti e che vivono nei grandi centri urbani.

Siamo, infatti, convinti che si debbano compiere sforzi congiunti per rendere l’ambiente e il tessuto urbano meno obesogeni e più orientati al miglioramento della qualità di vita dei soggetti con obesità, eliminando quelle barriere sociali, architettoniche, strutturali e culturali che ne impediscono una vita normale.

Riteniamo che solo il lavoro sinergico di diversi attori potrà̀ sortire sforzi realmente innovativi e creativi, in grado di iniziare processi per affrontare e vincere le grandi sfide legate all’obesità, quali l’accesso alle cure e la lotta allo stigma sociale (particolarmente rilevante nei contesti di elevato impatto socio-demografico e nelle grandi aree urbane e metropolitane).

Sottoscrivendo la Carta di Milano sull’Urban Obesity

AFFERMIAMO l’assunzione di responsabilità di mettere in atto azioni e scelte quotidiane che tutelino il diritto alla salute dei soggetti con obesità;

CI IMPEGNIAMO a sollecitare decisioni politiche, a tutti i livelli, che garantiscano il raggiungimento dell’obiettivo fondamentale di un equo accesso alle cure, di avviare progetti di prevenzione primaria, di far fronte allo stigma sociale e di rendere le nostre città ambienti più salutari e meno obesogeni.

Noi crediamo che bisogna

GARANTIRE ai soggetti con obesità il pieno accesso alle informazioni scientifiche e sanitarie, all’assistenza, ai trattamenti innovativi, in tutto il territorio cittadino;

SOSTENERE i soggetti con obesità e i loro familiari nel superare gli ostacoli, i pregiudizi, le diffidenze e le discriminazioni;

AUMENTARE nelle diverse Istituzioni l’urgenza a considerare l’obesità come una vera e propria malattia fortemente invalidante, che necessita di strumenti legislativi e normativi specifici;

RIMUOVERE le barriere architettoniche che nelle città, nei luoghi di cura, nei trasporti, nella mobilità, nei posti di lavoro, nelle scuole e nei luoghi di aggregazione sociale, impediscono ai soggetti con obesità di vivere appieno la propria esistenza;

ATTUARE politiche che riducano la diffusione di alimenti e bevande favorenti l’obesità, migliorando la disponibilità e l’accesso al cibo sano;

PROMUOVERE educazione alimentare, sia nella scuola che sulla stampa;

PROMUOVERE informazioni corrette, bilanciate e non di parte, scientificamente supportate, con la buona pratica della pubblicità e della pubblicità progresso da parte dei ministeri coinvolti;

INTRODURRE politiche e protocolli di pianificazione urbana che migliorino gli ambienti della città con maggiori spazi verdi, dove sia possibile promuovere attività fisica come parte integrante della vita quotidiana;

SOSTENERE un pieno accesso alle cure per migliorare la qualità di vita dei pazienti affetti da diabete, per la riduzione del rischio di complicanze invalidanti e/o mortali;

CONSIDERARE la prevenzione dell’obesità come obiettivo di tutte le politiche cittadine, per garantire che l’azione sia intrapresa in tutti i settori: dalla sanità, all’istruzione, ai media e al mondo della cultura, allo sviluppo e ai servizi sociali;

AUMENTARE il coinvolgimento delle istituzioni, dei medici di medicina generale oltre agli specialisti, della popolazione e dei mezzi di comunicazione, perché venga riconosciuta la gravità che l’obesità come malattia può rappresentare;

IMPLEMENTARE politiche che proteggano le persone, i dipendenti e gli studenti, con rispetto per l’individuo indipendentemente dal peso, evitando discriminazioni nella società, nella scuola e nell’università, nei colloqui di selezione del personale,  nei luoghi di lavoro, contrastando forme di bullismo e di disparità sociale;

CONSIDERARE il soggetto con obesità come persona e non solo come paziente, usando il termine “le persone con obesità” e non le “persone obese”, evitando da parte dei media stereotipi falsi e imprecisi sull’obesità, oltre che immagini che ne ledano la dignità e ne svalutino la personalità.

Noi riteniamo inaccettabile che

LA PERSONA CON OBESITÀ sia spesso vittima di pregiudizi e soggetta a discriminazioni;

LA PERSONA CON OBESITÀ sia vittima di stereotipi culturali, alimentati in molti modi nei diversi contesti sociali;

le immagini che spesso accompagnano le notizie che riguardano l’obesità, sia nei diversi mezzi di comunicazione che nelle campagne pubblicitarie (con affissioni), ritraggano negativamente LE PERSONE CON OBESITÀ;

in molti contesti di vita cittadina LA PERSONA CON OBESITÀ non riceva le attenzioni dovute alla malattia di cui soffre.

Vogliamo, nel contempo, dare il nostro contributo alla costruzione di un mondo più sano, equo e sostenibile per le generazioni future e ci impegniamo come  cittadine e cittadini a:

CONSUMARE quantità di cibo sufficienti al fabbisogno, assicurandoci che il cibo sia consumato prima che deperisca, donato qualora in eccesso e conservato in modo tale che non si deteriori;

ADOTTARE stili di vita più salutari;

EVITARE lo spreco di cibo e acqua in tutte le attività quotidiane, domestiche e produttive;

ADOTTARE comportamenti responsabili e pratiche virtuose al fine di proteggere l’ambiente;

PROMUOVERE l’educazione alimentare e ambientale in ambito familiare, per una crescita consapevole delle nuove generazioni;

SCEGLIERE consapevolmente gli alimenti, considerando l’impatto sull’ambiente della loro produzione;

ESSERE parte attiva nella organizzazione e costruzione di città più sostenibili, anche attraverso soluzioni innovative, frutto del nostro lavoro, della nostra creatività e ingegno.

Inoltre, in quanto membri della società civile e della colletività, ci impegniamo a:

FAR SENTIRE la nostra voce a tutti i livelli decisionali, al fine di avere città più vivibili;

RAPPRESENTARE le istanze della società̀ civile nei dibattiti e nei processi di formazione delle politiche pubbliche nella lotta all’obesità;

DENUNCIARE tutte le forme di discriminazione e stigma per le persone con obesità;

LAVORARE con le istituzioni cittadine e sanitarie per l’abbattimento di tutte le barriere architettoniche, negli edifici pubblici, sui mezzi pubblici, negli impianti sportivi, nelle scuole, nei luoghi di lavoro e nei luoghi di cura;

PROMUOVERE l’educazione alimentare e ambientale, perchè vi sia una consapevolezza collettiva della loro importanza per il futuro dell’umanità.

Noi donne e uomini, amministratori, medici, esperti e cittadini, sottoscrivendo questa Carta di Milano sull’Urban Obesity, chiediamo con forza al governo e ai sindaci di impegnarsi a:

ADOTTARE misure e normative di legge per garantire e rendere effettivo il diritto alle cure per la persona con obesità;

RAFFORZARE le leggi in favore della persona con obesità e della sua famiglia;

PROMUOVERE il tema dell’obesità e dei sani stili di vita in tutti gli ambiti culturali;

SOSTENERE e diffondere la cultura della sana alimentazione come strumento di salute globale;

PROMUOVERE un patto che riguardi le strategie alimentari, sia urbane che rurali, in relazione all’accesso al cibo sano;

AUMENTARE le risorse destinate alla ricerca sulle malattie del metabolismo, che comprendano obesità e diabete, oltre alle malattie a queste associate, al trasferimento dei suoi risultati, alla formazione e alla comunicazione;

INTRODURRE o rafforzare nelle scuole e nelle mense scolastiche i programmi di educazione alimentare, fisica e ambientale come strumenti di salute e prevenzione, valorizzando in particolare la conoscenza e lo scambio di culture alimentari, a partire dai prodotti tipici, biologici e locali;

SVILUPPARE misure e politiche nei sistemi sanitari nazionali e regionali  che promuovano un’alimentazione sana e sostenibile e riducano lo squilibrio alimentare;

PROMUOVERE campagne di informazione rivolte ai cittadini riguardanti la rilevanza e i rischi correlati al sovrappeso e all’obesità;

INVESTIRE nella edificazione di un ambiente e di un tessuto sociale urbano meno obesogeni, più salutari, elaborando politiche e infrastrutture innovative.

Poiché crediamo che dalle città possa partire un efficace contrasto all’obesità e alla sua diffusione, noi ci impegniamo a adottare i principi e le pratiche esposte in questa Carta di Milano sull’Urban Health, facendola diventare parte attiva del nostro impegno per il futuro dell’umanità e del pianeta. Un futuro giusto e sostenibile per le persone con obesità è anche una nostra responsabilità̀.