PUBBLICATO SU ACTABIOMEDICA L’ARTICOLO SU “NUOVE COMPETENZE E FRAMEWORK OPERATIVO NELLA GESTIONE DELL’URBAN HEALTH”

È facile dire che scelte salutari portano a vivere una vita in buona salute. L’affermazione è di per sé vera ma va inquadrata in un contesto più ampio. La capacità di fare scelte salutari è dettata dalle opportunità e dalle possibilità e motivazioni personali, tutte variabili fortemente determinate da fattori esterni. Alcuni cittadini, contrariamente ad altri, hanno un buon accesso a cibi salutari e freschi, a buon mercato. Alcuni cittadini, contrariamente ad altri, hanno accesso a posti sicuri per camminare, correre, andare in bicicletta o giocare. E così via. La disuguaglianza implica che alcune popolazioni hanno maggiori opportunità rispetto ad altre di compiere scelte salutari. Significa anche che, quando gruppi vulnerabili subiscono gli effetti di una malattia, l’impatto è maggiore e le conseguenze sono notevolmente peggiori. Se non riusciamo ad elaborare soluzioni che siano inclusive, accessibili ed eque, il divario creato dalla disuguaglianza negli esiti sanitari e di salute pubblica continuerà ad allargarsi e per questo vi è bisogno di nuove figure professionali, quali l’Health City Manager e di strumenti operativi quale l’Urban Health Framework (UHF).

L’Urban Health Framework (UHF), attraverso una “cassetta degli attrezzi”, fornisce gli strumenti necessari per supportare lo sviluppo di interventi di sanità pubblica incentrati sul bene comune in ogni fase. Inoltre, attraverso un catalogo di casi e buone pratiche, mira a fornire spunti da cui trarre ispirazione dalle buone pratiche che hanno completato gli interventi. Questi casi mirano a dare un’idea concreta di ciò che serve per sviluppare e implementare un intervento.

Questa è la sintesi del lavoro pubblicato su ACTABIOMEDICA Vol. 95 No. 4 (2024), dal titolo “New knowledge and operative framework of urban health”, lavoro al quale hanno collaborato alla redazione quali esperti Federico Serra, Stefano Capolongo , Alessandro Cosimi , Roberta Crialesi , Lucio Corsaro, Stefano da Empoli, Francesco Dotta, Antonio Gaudioso, Daniele Gianfrilli, Luciano Grasso,  Francesca Romana Lenzi, Eleonora Mazzoni, Antonio Nicolucci, Giuseppe Novelli, Fabio Pagliara, Attilio Parisi, Antonella Polimeni,  Andrea Rebecchi,  Walter Ricciardi, Marco Ronchi, Carlo Signorelli, Roberta Siliquini,  Giulia Sormani,  Chiara Spinato, Gianluca Vaccaro , Maria Concetta Vaccaro e Andrea Lenzi.

Il lavoro è scaricabile come pdf dal sito di ACTABIOMEDICA

https://mattioli1885journals.com/index.php/actabiomedica/onlinefirst/view/16062

La questione della disuguaglianza sociosanitaria è stata messa ancora più in rilievo a livello globale dalla pandemia da Covid-19. Il nuovo coronavirus ha colpito in maniera sproporzionata le popolazioni che già combattevano con malattie prevenibili quali obesità, diabete, patologie cardiovascolari e tumori. Ciò ha evidenziato la forte esigenza di stabilire collaborazioni trasversali fra settori per fermare l’aumento delle malattie prevenibili.

Le soluzioni si conoscono. Se si offrono supporto alle capacità e incentivi adeguati, si possono plasmare i contesti socioeconomici che influiscono sui fattori di rischio e colmare in misura crescente le disuguaglianze di salute. Le città hanno una responsabilità importante – oltre che la possibilità – di assumere un ruolo di leadership nella promozione di soluzioni innovative che creano spazi e comunità salutari e sostenibili per aiutare i cittadini a fare scelte salutari.

Ma tutto ciò potrebbe essere non sufficiente se non viene costruita una cabina di regia affidata a professionisti in grado di sviluppare piani interdisciplinari e intersettoriali e rapportarsi con i differenti livelli che operano sul sistema socio-sanitario di una città.

In questo contesto, nuove competenze professionali quali l’Health City Manager, in grado di elaborare un Urban Health Framework (UHF) appaiono indispensabili per consentire di tradurre la teoria in pratica e per incentivare i professionisti impegnati in prima linea a collaborare con gli interventi di salute e sanità pubblica in grado di promuove salute e benessere, prevenire malattie e ridurre le disuguaglianze. 

L’Health City Management approach consente, quindi, di analizzare l’intreccio dei determinanti di salute nei contesti urbani per fare sì che i decision-maker e taker, pubblici e privati, specie a livello locale, possano agire per rendere le città luoghi sempre più salutari, sostenibili ed equi.