World Urban Forum 2022
WORLD URBAN FORUM 2022
Katowice ha ospitato dal 26 al 30 Giugno l’edizione 2022 del WORLD URBAN FORUM, conferenza mondiale sulle questioni urbane, evento istituito nel 2001 dalle Nazioni Unite, che si tiene ogni due anni, per esaminare uno dei problemi più urgenti che il mondo deve affrontare oggi: urbanizzazione rapida e il suo impatto su comunità, città, economie, cambiamenti climatici e politiche.
All’edizione 2022 è stato invitato il Segretario Generale di Health City Institute, Federico Serra, per portare in un tavolo di lavoro l’esperienza italiana maturata con la costruzione di nuove figure professionali quali l’Health City Manager.
Il World Urban Forum è organizzato e gestito dal Programma delle Nazioni Unite per gli insediamenti umani, UN-HABITAT con l’obiettivo di aumentare la consapevolezza dell’urbanizzazione sostenibile tra gli stakeholder, migliorando nel contempo la conoscenza collettiva dello sviluppo urbano sostenibile attraverso il confronto e un dibattito aperto e inclusivo, condividendo le buone pratiche e aumentando il coordinamento e la cooperazione tra i diversi attori che svolgono un ruolo nei contesti urbani.
“L’urbanizzazione rimane una tendenza inarrestabile del 21° secolo”, ha affermato Maimunah Mohd Sharif, sottosegretario generale delle Nazioni Unite e direttore esecutivo di UN-Habitat, parlando all’undicesima sessione del World Urban Forum (WUF11) a Katowice, in Polonia.
Questa tendenza comporta numerose sfide, che sono state ulteriormente esposte ed esacerbate dalla pandemia. Ma c’è un senso di ottimismo sul fatto che il COVID-19 ci abbia fornito l’opportunità di ricostruire l’ambiente nel quale viviamo in modo diverso. Con le giuste politiche e il giusto impegno da parte dei governi, le generazioni future possono ereditare un futuro urbano più inclusivo, più verde, più sicuro e più sano.
Ma il confronto tra esperti al World Urban Forum ha identificato dei potenziali scenari a livello globale per le città.
Nella peggiore delle ipotesi o nello scenario di “danno elevato”, il numero di persone che vivono in povertà potrebbe aumentare di oltre 200 milioni entro il 2050.
Questo scenario “pessimista” prevede un ritorno allo status quo prima della pandemia, un approccio business-as-usual che si bloccherebbe in cicli di povertà, scarsa produttività, disuguaglianza e vita malsana per dieci anni
Nella visione ottimistica, entro il 2050 potrebbero esserci 260 milioni di persone sollevate dalla povertà rispetto al livello pre-COVID, con governi e privati che investirebbero nello sviluppo urbano a sufficienza per creare ovunque città giuste, resilienti, sane e prospere.
Per Mohd Sharif “Se non riusciamo a sistemare le città nel modo giusto, il 68% della popolazione mondiale dovrà affrontare seri problemi o sfide. Dobbiamo accelerare. Abbiamo solo 90 mesi, o 2700 giorni, per raggiungere il 2030, l’obiettivo per gli Obiettivi Globali. Questo è un campanello d’allarme che richiede interventi tempestivi”.
L’esperienza sviluppata dall’Health City Institute, ha permesso di portare nei tavoli di lavoro, il punto di vista italiano, che punta a sviluppare nuove competenze manageriali nella gestione delle problematiche correlata tra urbanizzazione e salute.
Lo sviluppo dell’Health City Manager è stato visto come un elemento innovativo, soprattutto se legata alla pandemia dovuta al COVID-19 e all’impatto che i cambiamenti climatici possono avere sulle città, in tema di vivibilità e salute.
Per sviluppare programmi che mirino a una visione ONE HEALT, non si può più prescindere da quelle competenze professionali in grado di far interagire i vari attori del sistema urbano, in un contesto sinergico e non di silos.
Parimenti nel tavolo di lavoro al quale ha partecipato l’Health City Institute a Katowice, si è parlato del rapporto tra ambiente urbano e rurale, nella consapevolezza che occorre ripristinare un equilibrio tra queste due componenti se si vuole avere un contesto sociale, economico e abitativo sostenibile.